Mer 12 Gen

ore 17.00

La ricerca per la rigenerazione delle lesioni croniche al midollo spinale: il contributo de La Colonna Onlus

Fra i tanti risultati significativi de La Colonna Onlus durante questo 2021 appena trascorso merita un approfondimento la donazione di 6 mila euro che a dicembre ha permesso l’acquisto di un avanzato strumento di elettrofilatura.

Ce ne parla il Dott. Fabrizio Gelain*, Direttore del Centro di Nanomedicina ed Ingegneria Tissutale presso l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano e Capo dell’Unita di Ingegneria Tissutale presso l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.

Il Dott. Gelain coordina ed è responsabile dei progetti di ricerca traslazionale e di base relativi allo sviluppo di bioprotesi nanostrutturate per la medicina rigenerativa, ed in particolar modo per la rigenerazione delle lesioni croniche al midollo spinale.

 

Dott. Gelain, la prima domanda che vogliamo porle riguarda il gruppo che si occupa della ricerca: è pubblico, privato o misto?

Attualmente il supporto di gran lunga maggiore a questa ricerca arriva da Fondazione Revert Onlus e Fondazione IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, seguiti da ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda (che ci ospita) ed INAIL (tramite un progetto finanziato grazie al bando BRIC2019). Va ricordato inoltre che in passato abbiamo ricevuto un supporto prezioso anche da Fondazione CARIPLO e dalla Comunità Europea. Pertanto, la situazione è mista tra enti pubblici e privati, ma ciò è piuttosto inevitabile visti i cospicui investimenti richiesti per questo genere di ricerche, che solitamente non sono alla portata di un’unica figura giuridica.

 

L’Ospedale Niguarda in che modo partecipa a questa ricerca?

L’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda attualmente ospita parte delle nostre ricerche presso il Centro di Nanomedicina ed Ingegneria Tissutale che abbiamo a suo tempo allestito ed avviato.

Al momento Niguarda fornisce supporto prevalentemente per le spese strettamente correlate all’utilizzo dei locali e delle strumentazioni.

 

Nella ricerca è coinvolta anche l’Unità Spinale di Milano/Niguarda?

Abbiamo un ottimo rapporto professionale con l’Unità Spinale di Niguarda, supportato da una elevata considerazione reciproca di quello che facciamo ognuno nel suo ambito. Attualmente stiamo verificando le possibili sinergie per avviare una collaborazione più stretta sul breve periodo.

 

Quale altre applicazioni cliniche attualmente utilizzano già i microfilamenti?

Se con “microfilamenti” intendiamo i materiali peptidici nanostrutturati che utilizziamo come ingrediente di base nelle bioprotesi oggetto di questa ricerca al momento ci sono prodotti clinici facenti uso di materiali simili, nell’ambito delle soluzioni emostatiche, come anti-aderenziali da chirurgia e come composti per la rigenerazione delle micro-lesioni della dentina.

Se invece intendiamo supporti microfibrosi elettro-filati tramite strumenti simili a quello oggetto di questa campagna di raccolta fondi allora abbiamo diversi trial clinici: ad esempio per protesi vascolari, per la cura di lesioni cutanee chirurgiche o da diabete, per la rigenerazione ossea oppure come anti-microbici a livello orale.

Come si può constatare quindi, sia in termini di biomateriale che di tecnica per la sua lavorazione, ci appoggiamo su tecnologie che già, anche se in altri ambiti, sono arrivate all’uomo.

 

Realisticamente in quanto tempo si potrebbe arrivare a una sperimentazione sull’uomo (con le cellule staminali)?

Comprendo chiaramente l’importanza di fornire una “data”, tuttavia fattori d’incertezza come il reperimento di fondi via via più ingenti man mano che ci si “avvicina” all’uomo e, soprattutto, la pandemia da COVID-19 attualmente in corso hanno rallentato significativamente il prosieguo delle ricerche nostre e di quelle dei nostri partner principali all’estero (Spagna e Canada): pertanto propendo per una risposta “rimodulata”.

Stiamo attualmente testando il nostro approccio chirurgico-terapeutico in un contesto operativo il più vicino possibile a quella clinico, nel mentre vengono condotti tutti i test di tossicità e sicurezza richiesti per legge prima di poter impiantare un qualunque biomateriale nell’uomo.

Se tutto andrà per il meglio (ovvero se i risultati continueranno ad essere promettenti come fino ad oggi) si potrà procedere alla produzione in alto standard di sicurezza e riproducibilità delle nostre bioprotesi: anche questo è un passaggio indispensabile.

Da ultimo chiederemo autorizzazione alle agenzie governative preposte per poter avviare la sperimentazione nell’uomo.

Questi sono i passaggi tecnico-burocratici, che però dovranno essere supportati con continuità da fondi piuttosto consistenti.

 

Come sarà utilizzato il contributo de La Colonna Onlus?

Il vostro prezioso contributo sarà utilizzato (in questo caso specifico insieme a quelli di Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Fondazione Revert Onlus, Riders4riders Onlus ed ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda) per l’acquisto di un apparato avanzato di elettro-filatura.

Questo strumento serve ad eliminare fattori casuali ambientali (variazioni di umidità e temperatura) e dell’operatore (allestimento del setup, monitoraggio dell’andamento della filatura) che posso rendere le protesi (ed i risultati) molto diversi tra di loro: si tratta difatti di una macchina automatica ad ambiente controllato. Proprio la riproducibilità dei dati sperimentali e della successiva produzione delle bioprotesi è un fattore chiave per poter entrare in clinica. Ecco perchè questo strumento è un anello mancante indispensabile per arrivare in futuro alla clinica stessa.

 

* Il Dott. Fabrizio Gelain si è formato presso il Politecnico di Milano  ed ha lavorato presso l’MIT di Boston e l’LBNL di Berkeley. Le sue collaborazioni vanno dal Canada (Ospedale del Sacro Cuore di Montreal, Università dell’Alberta), agli USA (MIT, Vanderbit University), all’Europa (Istituto nazionale francese per la ricerca sulla salute e la medicina INSERM, ed Università di Utrecht, Saragozza, Leuven e Lugano) ed all’Italia (Politecnico di Milano, Università di Milano-Bicocca, Istituto Italiano di Tecnologia).