LA PET THERAPY

La presenza di questo nuovo capitolo è merito mio, perciò permettetemi di raccontare brevemente la mia storia: sono Arturo, di pura razza meticcia, e sono stato salvato dal canile da una bipede dolcissima ed affettuosa, Mirka, che ho adorato da subito, e dal suo danzato Valerio, che adoravo un po’ meno perché spesso mi chiudeva fuori dalla nostra camera per usurpare il mio posto nel letto e la mia dose di coccole da parte della mia amica-padrona; per di più quasi ogni domenica se la portava in giro in moto lasciandomi solo a casa tutto il giorno. Finché una sera non sono più tornati, e in quattro e quattr’otto mi sono ritrovato di nuovo in canile. Ma sono un cane fortunato, e qualche tempo dopo è venuto a prendermi un ragazzo con una maglietta verde con scritto “dogtherapist” e mi ha portato in un grande parco dove ho incontrato degli altri cani, tutti con pettorine verdi “dogtherapist”, e anche tanti bipedi strani che invece di camminare giravano seduti su delle grandi ruote. E tra questi bipedi strani, sorpresa, c’era anche Valerio! Sembrava molto triste (per forza – mi son detto – Mirka evidentemente ha abbandonato anche lui come ha abbandonato me…) si è per no messo a piangere quando mi ha visto… Poi ha legato il mio guinzaglio alla sua carrozzina e abbiamo guardato i cani con la pettorina che facevano cose strane: raccoglievano da terra giocattoli e invece di rosicchiarli li mettevano in grembo ai bipedi seduti, tiravano le loro sedie su per le salite, e così via. C’era una cagnetta tutta pepe con un bipede praticamente immobile sulla sedia che non l’accarezzava ma lei imperterrita gli stava vicino, gli saliva in grembo per tenergli ferme le gambe quando queste saltavano, gli ritirava su la mano quando cadeva in mezzo ai raggi delle ruote…

Ve la faccio breve: sono ritornato a casa con Valerio e ogni tanto torniamo in quel parco a giocare con altri cani e bipedi seduti e forse da qui a poco daranno anche a me una pettorina verde…
Ed ora lascio ai bipedi la spiegazione di cosa diventerò.

Buona lettura.

Aspirante “pet terapeuta”

La Pet Therapy viene utilizzata da decenni1 soprattutto nelle disabilità dell’età evolutiva, quelle psico-cognitivo-sensoriali, nelle situazioni regressive, patologiche o para siologiche, dell’anziano e nelle criticità sociali a rischio. Introdotta nelle Unità Spinali in Italia a partire dal 2004 utilizzando cani, è stata inizialmente nalizzata ad obiettivi prevalentemente psico-sociali come il miglioramento dell’umore e dell’interazione con gli altri, ma i fatti hanno dimostrato che, come spesso succede, la motivazione verso un’attività gratificante e responsabilizzante, può migliorare anche autostima, iniziativa, perfomances motorie, autonomie. Un altro potenziale valore aggiunto, che esula un po’ dalla Pet Therapy in senso classico, sta nella possibilità di addestrare i cani(2) a diventare un vero e proprio “ausilio interattivo” (= aiutante non umano) per raccogliere oggetti, aprire/chiudere porte, azionare interruttori e così via: si tratterebbe, per usare un semplice neologismo ispirato dal termine “cane-guida per ciechi/non vedenti”, di “cane-aiutante per paralizzati/non moventi”, giusto per ricordare che l’animale ha sempre aiutato l’uomo anche molto prima che se ne parlasse in termini di “terapia”.


...continua

Tratto da "Blue Book - 201 risposte alla mielolesione" di Mauro Menarini e Judit Timar,
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