Cellule staminali e lesioni del midollo spinale
Certamente le lesioni del midollo spinale rappresentano un obiettivo ambizioso e stimolante per la ricerca sulla medicina rigenerativa applicata al sistema nervoso. Il fatto che la condizione morbosa si generi spesso in individuo che no a pochi istanti prima del trauma era nel pieno possesso delle proprie capacità motorie e che anche da malato spesso rimanga un soggetto altrimenti sano, è un fortissimo stimolo a cercare soluzioni a questa condizione. Il problema non è tuttavia marginale in quanto nella lesione traumatica del midollo spinale abbiamo in realtà due tipi di lesioni, come si vede nello schema in figura 5. La prima è a carico delle cellule “residenti” nel midollo spinale che, in condizioni normali, mandano fuori dalla colonna attraverso i nervi i comandi per muovere i muscoli (parte A della Figura 5). Quando si ha un trauma, le cellule che si trovano nella zona del trauma muoiono e le bre con cui contattavano i muscoli degenerano. Da notare che al midollo arrivano attraverso i nervi le sensazioni che si formano in periferia (a livello di cute, muscoli, articolazioni, ecc.) e anche questa comunicazione si interrompe.
La seconda lesione è a carico delle bre nervose (una sorta di cavi elettrici) che arrivano dal cervello e che comandano le cellule “residenti” del midollo spinale. L’interruzione di questa comunicazione con il cervello fa sì che le cellule nervose che si trovano al di sotto della lesione rimangano prive di comandi e non siano quindi più capaci di far contrarre i muscoli. In entrambi i casi, il risultato finale è che i muscoli, privati di segnali provenienti dal cervello, rimangono inattivi e diventano atrofici (Figura 5).
Al momento si sta lavorando intensamente con i trapianti sui modelli sperimentali; i risultati, fra cui anche quelli del nostro gruppo, sono incoraggianti ma riguardano quasi per lo più le fasi “acute” e hanno soprattutto lo scopo di rimpiazzare le cellule “residenti” morte o di impedirne/ridurne la
morte. Dal punto di vista pratico queste informazioni non hanno ricadute immediate in termini di terapia nell’uomo perché è praticamente impossibile organizzare ed effettuare trapianti di cellule staminali del cervello entro pochi giorni dall’incidente. Il motivo per fare comunque questi studi è che si sa pochissimo di come in realtà il midollo reagisce al trauma, cosa porti veramente alla morte del tessuto nervoso midollare e alla rottura dei cavi di connessione. Le nostre conoscenze sono scarse e frammentate e solo con la ricerca scienti ca riusciremo a comprendere come il cervello si forma, si adatta agli stimoli, come si ripara da solo o come si distrugge. Chiariti questi aspetti e compreso come le cellule staminali ne sono coinvolte, le conoscenze potranno essere codi cate in interventi terapeutici.
Nel frattempo comunque qualche passo importante si sta compiendo anche in clinica. Per esempio uno studio condotto da chirurghi polacchi e biologi inglesi su un paziente paraplegico ha dimostrato come la medicina rigenerativa possa avere potenzialità terapeutiche anche nell’uomo. Il caso ha sollevato molte speranze ma anche evidenziato quanto poco sappiamo sulle capacità rigenerative del cervello. Si potrà nel futuro rimpiazzare le cellule nervose morte? Potremo farlo con farmaci che siano in grado di controllare l’attività e le funzioni delle cellule staminali endogene (cioè già presenti nel cervello di ciascuno di noi)? O dovremo ricorre a “donazioni di cellule”, cioè ai trapianti di cellule staminali? Ottenute da donatori anonimi, forse neppure nati, o da noi stessi?
Al momento nessuno è in grado di fornire risposte, né tanto meno di fare previsioni. Ma è importante notare come la ricerca vada avanti e fornisca quasi ogni giorno informazioni nuove e spesso inattese. Di recente è stato pubblicato un importante lavoro condotto in collaborazione tra medici, biologi, informatici e ingegneri dei biomateriali; in questo studio, condotto su animali da esperimento, i ricercatori sono stati in grado di ripristinare il collegamento tra cervello e midollo spinale. Si tratta ancora di dati iniziali, per altro ottenuti su un modello molto sempli cato di lesione del midollo spinale. Ma comunque si sono portate informazioni importanti e si è dimostrato il principio che è possibile riparare i collegamenti interrotti. Inoltre si è ulteriormente stabilito come la collaborazione fra scienziati di cultura e formazione diversa sia assolutamente necessaria in questo campo. L’uomo bionico non è poi così lontano e la speranza di cure ef caci con cellule staminali, farmaci e biomateriali non è più fantascienza.
...continua