Nell’ambito del trattamento riabilitativo, quale ruolo svolge l’attività sportiva?

Anche se l’attività sportiva (e agonistica) non è in senso stretto una metodica di rieducazione neuromotoria, ricordiamo l’importanza che essa riveste all’interno del percorso riabilitativo delle mielolesioni: può rappresentare, infatti, già durante la prima fase del trattamento, un ottimo strumento per migliorare le performance motorie e di autonomia del paziente. I vantaggi rispetto alle tecniche riabilitative comuni risiedono nel fatto che un atto motorio viene eseguito, appreso, allenato ed utilizzato più facilmente, o quanto meno più volentieri, se inserito in un gesto che, come quello sportivo, risulta più motivante e divertente rispetto alla stessa azione compiuta per puro esercizio. Per quanto riguarda in particolare il nuoto, oltre a questo aspetto, vi è l’enorme vantaggio che il “contesto acqua” possiede potenzialità terapeutiche facilitanti e modulanti. Nel capitolo dedicato all’attività sportiva, viene sottolineato il rilievo oggi attribuito al concetto di “sport-terapia”, sempre più diffusa ed utilizzata nelle strutture che si occupano di riabilitazione del medulloleso, mentre una vera e propria pratica sportiva, pur se non a livelli agonistici, costituisce invece un obiettivo “di eccellenza” per il paziente, una volta terminato l’iter terapeutico che fa seguito all’evento lesivo.


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Tratto da "Blue Book - 201 risposte alla mielolesione" di Mauro Menarini e Judit Timar,
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