Quale proiezione nel futuro, quale qualità della vita?

Per ogni essere vivente, e quindi anche per l’essere umano, la qualità della vita è strettamente collegata al rapporto che l’individuo ha con l’ambiente in cui vive; a differenza delle altre specie viventi, l’essere umano, grazie all’attività psichica, può “trasformare” il rapporto con la realtà esterna, agendo attivamente per adattarsi alle condizioni che la realtà offre modificandole a seconda delle proprie necessità del momento.

Le persone esposte ad eventi traumatici possono sentirsi sopraffatte, possono temere di avere perso i punti di riferimento psicologici necessari per:

■ riconoscersi in un’immagine/opinione di sé positiva;
■ mantenere l’interesse per ciò che accade nel mondo;

■ sperimentare la capacità di amare;
■ avere di sé percezioni realistiche;
■ trovare un modo adatto a mantenere un ruolo “produttivo” nella società.

È possibile, per la persona con lesione midollare, avere dubbi sulla possibilità di mantenere la capacità di “sé agente” (sensazione di essere l’autore delle proprie azioni), di “sé dotato di coesione” (entità sica intera, con con ni), di “sé affettivo” (consapevolezza della capacità di sperimentare stati affettivi personali), di “sé storico” (provvisto di durata, di continuità con il proprio passato).

L’integrazione delle parti del sé permette ad ogni persona di avere un’opinione di sé positiva, di prendersi cura dei famigliari, di essere aperta verso nuove esperienze.
Più la persona è psicologicamente autonoma, più è possibile coltivare progetti per il futuro ed assicurarsi competenza per la qualità di vita, modificando le “barriere” ( fisiche e mentali) che creano ostacoli all’interazione con la realtà in cui si vive.

La buona qualità della vita è caratterizzata dal continuo “sguardo” sul mondo circostante, in modo tale da desiderare di trasformarlo per un personale progetto che riguarda sé ed altri.

La qualità della vita è strettamente collegata all’opinione di sé positiva, all’abilità di prendersi cura di sé (intesa come capacità di riconoscere i propri bisogni e di trovare modalità per rispondervi, compreso l’accettare aiuto) e di altri, alla capacità di amare e di vivere in modo produttivo per il gruppo sociale in cui si è inseriti.


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Tratto da "Blue Book - 201 risposte alla mielolesione" di Mauro Menarini e Judit Timar,
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