Quali ausili sono disponibili per favorire l’uso degli arti superiori e delle mani?

Esistono in commercio numerosissimi ausili e tutori (o ortesi) per l’arto superiore del tetraplegico: questi ultimi possono essere di tipo statico, che hanno lo scopo di mantenere o stabilizzare una o più articolazioni, o di tipo dinamico, che “lavorano” in opposizione al deficit motorio ripristinando la funzionalità compromessa. Risulta evidente, pertanto, che ogni ortesi dovrà essere modi cata e adattata alle esigenze del singolo tenendo conto della menomazione motoria e delle capacità funzionali residue.

Si va da ausili semplici, come quelli per facilitare la prensione o l’autospinta della carrozzina (guanti, cinturino palmare, posate, bicchieri e piatti modificati), per accudire all’igiene personale (spazzolino da denti, applicatore per dentifricio, portarasoio, accessori per l’abbigliamento), per scrivere (a mano o a computer) o manipolare oggetti ed effettuare piccoli lavori manuali, no a sistemi complessi di controllo ambientale, che utilizzano so sticati programmi computerizzati, ma che richiedono comunque la presenza di un minimo controllo motorio degli arti superiori.

Nella formulazione del programma riabilitativo, e quindi nella fornitura degli ausili, è sempre prioritaria la necessità di personalizzare questi strumenti in rapporto alle capacità motorie, al recupero funzionale previsto, al tipo di attività lavorativa, sociale e famigliare nonché agli interessi manifestati e alle motivazioni espresse dal paziente.

La tipologia delle ortesi per l’arto superiore di un tetraplegico deve ovviamente integrarsi con la prescrizione di tutti gli altri ausili necessari, tenendo conto delle abilità motorie del paziente. Si tratta solitamente di opportune modi cazioni della leva dei freni e dei mancorrenti della carrozzina, delle maniglie delle porte, della rubinetteria del bagno, della tastiera del computer, del telefono, del volante dell’automobile e così via. Dove non vi sia alcuna possibilità di utilizzazione degli arti superiori, è necessario prevedere un apparato di controllo ambientale che sfrutti i movimenti del collo, del capo e della bocca mediante l’interfaccia di sistemi computerizzati.


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Tratto da "Blue Book - 201 risposte alla mielolesione" di Mauro Menarini e Judit Timar,
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