Quali terapie si possono adottare in presenza di dolore?

La terapia del dolore nel mieloleso rappresenta spesso un problema di non facile soluzione, in quanto, nonostante vi siano molteplici ed eterogenei sistemi di cura, nessuno di essi ha una efficacia sicuramente dimostrata.

Il trattamento, comunque, farmacologico e non, in ogni caso deve SEMPRE essere effettuato ESCLUSIVAMENTE su prescrizione del medico. Gli analgesici minori (paracetamolo, antinfiammatori non steroidei o FANS, corticosteroidi) sono indicati per i dolori vertebrali, metamerici e sottolesionali.

Per i dolori metamerici e sottolesionali molto spesso è necessario ricorrere a farmaci diversi come gli antiepilettici (carbamazepina, pregabalin, gabapentin), i derivati benzodiazepinici (clonazepam), gli antidepressivi (trazodone, duloxetina, amitriptilina, imipramina, venlafaxina, clomipramina); gli analgesici maggiori (oppiacei: codeina, tramadolo, mor na, ossicodone, idromorfone, fentanyl, buprenor na, tapentadolo) vanno riservati solo a casi selezionati e quando le altre terapie si sono dimostrate inefficaci, per il rischio di depressione respiratoria, assuefazione e dipendenza, anche se i prodotti più recenti hanno un ottimo rapporto tra benefici ed effetti indesiderati rispetto a quelli più vecchi. Per quanto concerne le droghe, l’utilizzo legalizzato come analgesici dei princìpi attivi contenuti in alcune di esse non è al momento riconosciuto in Italia. Qualche risultato può essere ottenuto con la sioterapia (elettroanalgesia di superficie), l’agopuntura, l’elettrostimolazione midollare e l’infusione continua di farmaci nello spazio subaracnoideo mediante sistemi impiantabili. La chirurgia demolitiva (radicotomia selettiva, cordotomia) non viene utilizzata che in rarissimi casi.


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Tratto da "Blue Book - 201 risposte alla mielolesione" di Mauro Menarini e Judit Timar,
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