Quali trattamenti possono essere adottati nei confronti delle paraosteoartropatie?

Il trattamento delle POA non ha dato, no ad ora, risultati molto soddisfacenti.

Può naturalmente rivelarsi importante la prevenzione di posture scorrette a letto e in carrozzina.

Altrettanto importanti sono gli esercizi di mobilizzazione articolare passiva e, dove possibile, attiva, che debbono comunque essere prudenti, precoci e ripetuti più volte al giorno: in tal modo viene preservato un grado di articolarità sufficiente ad un buon recupero funzionale o, quanto meno, può essere mantenuto un certo grado di libertà articolare.

Le terapie farmacologiche (antiinfiammatori, difosfonati) e siche (ultrasuoni, ionoforesi, crioterapia, radioterapia, onde d’urto) non si sono rivelate sicuramente efficaci.
Il trattamento chirurgico trova indicazione quando una anchilosi non altrimenti risolvibile limiti gravemente l’autonomia del paziente. Va tenuto presente comunque che, se l’indicazione chirurgica non è corretta (in altri termini se la POA non ha raggiunto la completa “maturazione” e non ha cessato la fase di crescita), è molto elevato il rischio di recidive. Inoltre dopo l’intervento, che può essere complesso e demolitivo, il “vuoto” che resta nei tessuti a volte tende a fare da “invito” alla formazione di ematomi, con i rischi che ne conseguono, non ultimo la calci cazione dell’ematoma stesso.


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Tratto da "Blue Book - 201 risposte alla mielolesione" di Mauro Menarini e Judit Timar,
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